Più di 15 milioni di dollari. È quanto IAS stima che il 404bot, una delle ultime frontiere dell’ad fraud, stia costando alla industry della pubblicità digitale. Un numero in continuo aumento per un fenomeno che ha interessato oltre 1,5 miliardi di annunci video, e su cui la società lancia un allarme.

Il 404bot ha interessato una serie di domini di editori, sia grandi che piccoli – spiega IAS in una nota -, molti dei quali hanno una cosa in comune: grandi liste Ads.txt. Negli ultimi anni, in risposta all’aumento dell’inventory a disposizione per gli annunci pubblicitari, lo IAB Technology Lab ha avviato l’iniziativa Ads.txt, per aumentare la trasparenza del flusso dell’inventory nell’ecosistema della pubblicità online. L’implementazione di Ads.txt da parte degli editori finora ha mostrato un drastico calo dei malintenzionati in grado di abusare dell’ecosistema, ma i truffatori sono in continua evoluzione e stanno approfittando dei file Ads.txt non certificati.




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