- Il Content Marketing nel B2B aiuta le aziende ad attrarre, educare e costruire una relazione con l’utente lungo tutto il percorso d’acquisto;
- Nella maggior parte delle aziende non c’è una persona dedicata full-time al Content Marketing, il 50% esternalizza la creazione del contenuto;
- Casi Studio e Webinar, due tipologie di Contenuto usate nel B2B per catturare l’attenzione dell’utente e aumentare la reputazione e l’affidabilità dell’azienda.
I processi di acquisto nel mercato B2B sono molte volte più lunghi e costosi che nel B2C. Pensiamo per esempio a un software, a un macchinario per la produzione in azienda, a una consulenza specialistica.
Oltre il tempo maggiore dal contatto iniziale all’acquisto, nel B2B si affrontano anche complessità nel far capire cosa si propone, le caratteristiche del prodotto e del servizio a più stakeholder, non solo tecnici e utilizzatori finali, ma anche ad altri attori che entrano nel processo decisionale, come per esempio manager non tecnici, ufficio acquisti, ecc.

Questa complessità si sposa nel marketing con l’approccio inbound, che vede nel contenuto informativo ed educativo un elemento centrale della strategia, per educare l’utente al prodotto e servizio e poi accompagnarlo e rassicurarlo durante tutto il customer journey, fino alla retention e il referral.
Il content marketing nel B2B è quindi una strategia cardine, con il sito web luogo ideale di contenuto, seguito da social, email, ma anche conferenze e incontri dal vivo.
Nei prossimi paragrafi esploreremo il contesto e le dinamiche del content marketing nel B2B, quali strategie di contenuto vengono maggiormente utilizzate, quante persone sono dedicate ai contenuti, quali riscontri portano.
Successivamente ci focalizzeremo su due tipi di contenuto molto utilizzati nel B2B: i casi studio e i webinar.
Inbound Marketing
Un breve recap sull’inbound Marketing. Si tratta di una metodologia, approccio, filosofia, codificata da Hubspot, azienda B2B di software, per attrarre potenziali clienti e successivamente farli diventare promotori spontanei della nostra attività. Non è obbligatorio utilizzare l’inbound marketing, ma soprattutto nel caso di acquisti complessi come nel B2B, aiuta ad accompagnare l’utente nel percorso di acquisto e promozione.
Il cuore dell’inbound marketing sono i contenuti e le esperienze su misura con l’utente al centro, grazie all’utilizzo di strumenti di marketing automation e analisi approfondite. Segue una logica di attrazione, con l’utente che trova il brand, grazie proprio a un contenuto di valore, che risponde a eventuali problemi che potrebbe incontrare. Il contrario è l’outbound marketing che approccia all’attenzione dell’utente con l’interruzione, come nel caso dei banner pubblicitari.

Fonte: Hubspot
Un esempio pratico di inbound marketing. Un’azienda ha difficoltà a organizzare, proteggere, aggiornare la propria documentazione cartacea, dall’altra parte c’è un software che permette di digitalizzare e gestire la documentazione. L’utente cerca su Google “consigli per organizzare la documentazione” trova un’infografica dell’azienda software con i “10 consigli per…” (lead magnet) e lascia la mail per scaricare il contenuto. L’utente è contento di aver trovato una risposta e allo stesso tempo è entrato in contatto con il brand, che sa ora che quell’utente ha un problema da risolvere e che il software potrebbe fare al caso suo. Una volta ottenuto il lead, viene nutrito sempre con il contenuto, lungo tutto il funnel, anzi utilizzando l’approccio di Hubspot, viene nutrito nel percorso del modello flywheel.
Si crea quindi con il tempo una relazione che porta alla conoscenza e fiducia, fino alla chiusura con l’acquisto del prodotto e servizio. Se e quando ciò accade, la relazione continua anche nel post-vendita con il cliente che viene aiutato a raggiungere il successo e diventa un promotore spontaneo dell’attività.
I numeri del Content Marketing nel B2B
Una ricerca del Content Marketing Institute, ha indagato lo stato e i trend del Content Marketing nel B2B con un survey che ha coinvolto oltre 650 marketers.
I top 3 obiettivi raggiunti dagli intervistati con il content marketing nel 2019 sono stati: creare brand awareness (86%); educare l’audience (79%); costruire credibilità/ fiducia (75%). Obiettivi top-of the funnel insomma, dall’altra parte tra gli obiettivi meno raggiunti: costruire audience abbonate/ iscritte (45%); generare vendite/ ricavi (53%), costruire fedeltà con i clienti acquisiti (63%). Dati comunque alti e in crescita rispetto l’anno precedente.

Un altro dato interessante è l’allocazione delle risorse e la struttura del team dedicato al contenuto in azienda. Nelle aziende più grandi c’è sia un team centralizzato che team individuali che si occupano di content marketing per l’organizzazione (36%). Nelle aziende medie (52%) e piccole (70%) prevale un team di poche persone o con solo una persona. Per almeno 1/3 degli intervistati non c’è una…
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