- Il mondo sta cominciando a riaprire dopo il Coronavirus, ma il turismo fatica a ripartire anche a causa delle incertezze che circondano il futuro, e gli operatori del settore soffrono
- I nuovi “trend” post-pandemia vedono affermarsi turismo di prossimità, travel bubbles, interesse per luoghi meno noti e passaporti sanitari
- Cosa possono fare gli operatori per sopravvivere e avere successo? Serve un cambiamento di tutto il settore secondo alcune parole chiave ben definite
Molti sono i settori sui quali l’impatto del Coronavirus lascerà il segno per un po’, ma è difficile menzionarne uno più colpito di quello turistico.
Non esiste smartworking per chi si occupa di far viaggiare le persone, non quando tutti i confini sono chiusi, i voli sono cancellati e i clienti non si possono muovere da casa.
E purtroppo non esiste neanche una facile ripresa per chi è impegnato nel turismo. Mentre i negozi riaprono e le fabbriche tornano a scaldare i motori, gli aerei a terra sono ancora tanti (riprendono timidamente il volo proprio in questi giorni). E ancora di più lo sono i viaggiatori, che vi restano per paura di quello che è successo o potrebbe succedere.
Cosa possono comportarsi quindi gli operatori del turismo in questa situazione? Come guardare al futuro…
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Consulente di comunicazione, social media, SEO ed e-commerce. Grafico, web designer, impaginatore, copertinista e addentrato quanto basta in tutto ciò che riguarda l’Internet. Appassionato di narrativa, arti visive e cinema di menare. Nerd. Gamer.
Vivo e lavoro come freelancer in provincia di Taranto.